| Premettendo che l'italiano non è proprio la mia materia e che non mi sono praticamente mai cimentata in cose del genere ecco qui un compito che mi hanno dato da fare per casa di filisofia rivisitato a ONE SHOT.. Spero vi piaccia!!
Rating: verde/giallo Genere: drammatico Personaggi: madre di Sofia, Sofia
The Last Day
Guardai fuori dalla finestra dell’ospedale. Era una giornata bellissima e il sole splendeva limpido nel cielo come fosse stato già un giorno di primavera. Tutti i ragazzi che ogni giorno, a quell’ora, uscivano dalla scuola che si trovava dalla parte opposta della strada, correvano disordinatamente verso il parco vicino. TUTTI, tranne Sofia. La mia Sofia quel sole non l’avrebbe più visto. I medici erano stati molto chiari, sin dai primi giorni. Coma IRREVERSIBILE. Da mesi ormai la mia bambina era incatenata a quel letto d’ospedale, attaccata alle macchine che le permettevano di respirare e di sopravvivere! La situazione era rimasta sempre immutata da quando quel ragazzo ubriaco alla guida di una Renault nera si era schiantato a tutta velocità contro il motorino di Sofia. Distolsi lo sguardo da quei ragazzi e osservai più attentamente il foglio che avevo in mano. Ne sapevo a memoria ogni sillaba, a causa di tutte le volte che lo avevo letto, ma ancora non riuscivo a dare un senso a quelle parole. Mi era stato consegnato ormai settimane fa dal medico che aveva in cura la mia bambina. Vi erano i risultati delle ultime analisi mediche di Sofia: la situazione era critica e le sue condizioni stavano lentamente peggiorando. Tutti gli specialisti erano concordi nel dire che sarebbe stato molto più doloroso per lei continuare a vivere in queste condizioni e che la soluzione migliore era quella di staccarle il respiratore. Tutto era già pronto. Mancava solamente il mio consenso, la mia firma su quello stupido foglio, e quei medici avrebbero interrotto per sempre la vita di mia figlia!
Da giorni ormai quel foglio aveva accompagnato ogni singolo istante della mia vita ed ogni volta che credevo di essermi finalmente decisa, nella mia mente piombavano i ricordi del suo volto felice e sereno, della sua allegria e delle sue stravaganze. Sapevo quale decisione avrei DOVUTO prendere! Sapevo che, anche se per un miracolo un domani non fosse morta, i suoi polmoni non sarebbero stati in grado di respirare di nuovo e che il suo cervello non avrebbe potuto mai più tornare a pensare! Sarebbe rimasta per chissà quanti anni nelle stesse condizioni degli ultimi 6 mesi. La sua vita di quindicenne sarebbe trascorsa in un letto d’ospedale SENZA DI LEI. La realtà era che la sua vita si era interrotta nello stesso istante in cui era stata trasportata al reparto rianimazione! Eppure ogni volta che mi avvicinavo con una penna a quel foglio non avevo il coraggio di prendere quella decisione. Che ne sarebbe stato della mia vita senza di lei? Cosa avrei fatto se non avessi più potuto nemmeno vederla, se non avessi mai più potuto leggerle quei libri che le piacevano tanto stringendo la sua mano? Egoisticamente, la sola idea mi terrorizzava! Perciò, contro ogni logica, avevo lasciato che passassero altre settimane senza riuscire ad arrivare ad una decisione definitiva.
Mi alzai dalla sedia su cui ero seduta ormai da qualche ora e mi avvicinai al corpo immobile di Sofia. Nel suo viso, pallido e scarno, non riuscivo a riconoscere neanche un particolare della mia bambina. Lei ormai non c’era più! Quello era solo il suo corpo, freddo e denutrito. Lacrime calde cominciarono a scorrere sul mio viso. Che senso aveva tutto ciò? Non sapevo darmi una risposta. Mi chinai su di lei per darle un ULTIMO bacio sulla fronte. Poi presi una penna dalla borsa e cominciai finalmente a scrivere…..
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