- Titolo: All you need is love
- Genere: Originale a capitoli
- Raiting (Verde, Giallo, Arancione, Rosso): Verde
- Personaggi principali e secondari: Joy, sua madre e Brian
La scuola procedeva a gonfie vele: Joy non era una gran studiosa, ma se la cavava nei suoi alti e bassi. L'amicizia con Jenny era sempre più forte, lei era venuta a casa sua qualche volta e viceversa; una cosa che è parsa a loro strana, come una coincidenza, è che avessero il nome molto simile: iniziava e finiva con la stessa lettera. Trovarono molte cose in comune tra cui le moto, la musica e gli animali. Jenny aveva da poco lo scooter e con l'aiuto di Joy ci ha fatto qualche modifica e l'ha rimesso a posto. Entrambi poi avevano diversi animali e spesso parlavano delle loro marachelle.
Anche con gli altri compagni di classe andava tutto bene, specialmente con Brian. Un giorno dopo ricreazione Joy disse alla sua amica <<sai, forse mi piace Brian.>> attese la reazione di Jenny, un po' curiosa, un po' felice, un po' spiazzata. Poi proseguì: <<e' molto simpatico, mi fa ridere, ma penso che lui non sia interessato a me>> disse con dispiacere. <<perché non dovrebbe esserlo?>> chiese Jenny. <<siamo diversi: lui è molto socievole, va d'accordo con tutti, è solare. Io sono tutto l'opposto.>> ma Jenny, come sempre sapeva ben fare con lei, la consolò subito: <<non dire fesserie, sei molto simpatica! Ridiamo sempre noi due.>> Joy rimase in silenzio, non era molto convinta. <<gli chiedo se gli interessi?>> Propose Jenny con entusiasmo. <<non se ne parla, mi riderebbe in faccia. Non dirgli nulla senza il mio permesso. Promettilo.>> la rimproverò Joy. <<okay ragazza, tranquilla terrò la bocca cucita.>> promise Jenny con un sorriso malizioso. Joy naturalmente la guardò con sguardo attento e severo, ma sapeva che avrebbe mantenuto la promessa.
La settimana era terminata e Joy doveva partire domenica per andare una settimana in montagna con sua madre e il compagno. Andavano a sciare, piccolo hobby che legava Joy a sua madre.<<hai messo tutto in valigia?>> chiese la madre a Joy <<penso di sì. Possiamo partire!>> rispose entusiasta Joy. E così partirono. Il viaggio fu tranquillo, Joy ascoltò musica. La musica era un qualcosa di fantastico che la faceva sognare, le sembrava una fedele amica che con il suo ritmo, la sua melodia e le sue parole, riusciva e capirla e la descriveva perfettamente. Non poteva stare senza il suo i-pod.
Arrivò all'albero verso sera, stanca dal lungo viaggio. Il piccolo appartamento si mostrava caldo e accogliente, appena si entrava c'era la cucina e la sala da pranzo, una piccola televisione posta in alto e leggermente obliqua e vicino al tavolo con la panca ad angolo c'era un divano letto dove avrebbero dormito sua mamma con il proprio compagno. In fondo alla stanza, sulla sinistra, c'era un piccolo corridoio che portava alla camera e al bagno. Sulla sinistra del corridoio c'era una porta e là c'era il bagno con il minimo indispensabile, senza colori e con poco spazio per muoversi. In fondo c'era una grande stanza dove c'era un armadio lungo la parete e sulla parete destra che si vedeva appena entravi, c'erano due letti, uno matrimoniale e uno singolo e in quella stanza ci avrebbe dormito Joy.
Le piste erano bellissime, giornate splendide, con il sole e un leggero venticello molto piacevole quando si facevano le soste in baita. I paesaggi semplicemente spettacolari, perfetti per scattare qualche foto: Joy aveva da poco anche la passione per la fotografia. Quando non sciava si scriveva con Jenny che la teneva aggiornata sulle novità scolastiche, ma soprattutto su Brian. Un giorno, sfinita dopo la mattinata di sci e appena uscita da una doccia calda, decise di dire a Jenny di chiedere a Brian cosa pensasse di lei. Il tutto accadde la mattina seguente a scuola; Brian ammise di essere attratto da Joy e per sbaglio a Jenny le sfuggì dalla bocca che anche Joy era interessata a lui. Briana e Joy si scrivevano ogni tanto per cellulare, quindi Briana aveva già il suo numero e più tardi, dopo scuola, le scrisse. Anzi, a dir la verità iniziò a scrivergli Joy perché era il suo compleanno e gli fece gli auguri per messaggio. Iniziarono così a scriversi e a conoscersi meglio entrambi molto timidamente come mai lo erano stati. La felicità di Joy la notò anche sua madre. <<come mai così contenta?>> chiese la madre. <<la vacanza mi rilassa e mi piace, niente di nuovo.>> mentì, in parte, Joy. Con sua madre aveva un buon rapporto, ma non si apriva mai con lei, Joy era una ragazza molyo chiusa, forse fin troppo.
La settimana bianca volò in un baleno, Joy non ce la faceva più, era troppo eccitata al solo pensiero di vedersi con Brian tant'è che insistette un po' per tornare a casa un giorno prima usando la scusa che ormai si era annoiata a sciare e che doveva studiare un po' prima di ritornare a scuola. Così, invece che tornare sabato, tornò venerdì sera. Finalmente di nuovo la sua camera, il suo luogo intimo nel quale sentirsi al sicuro. Continuava a pensare al giorno seguente, non vedeva l'ora che arrivasse, ma allo stesso tempo aveva un po' di paura che qualcosa andasse storto, che poteva non piacere a Brian. Fece una mezza notte in bianco, era troppo agitata. La mattina dopo non andò a scuola, si riposò e cercò di fare un po' di compiti, ma in testa aveva solo una cosa: l'incontro con Brian.
